La Commissione del Senato ha avviato la valutazione del testo della legge, che riguarderà molto da vicino il mondo dei farmaci e dei dispositivi medici. Implicitamente sono confermati i 3.5 miliardi di € di aumento del fabbisogno sanitario nazionale standard per il biennio 2020-2021, l’eliminazione del superticket, l’aumento dei fondi ai programmi di ammodernamento tecnologico e ristrutturazione edilizia.
Legge di bilancio: dove vanno i fondi
La manovra presenta indubbiamente punti molto interessanti. Il testo della legge ha il pregio di focalizzare le risorse verso specifici obiettivi.
- L’ abolizione del superticket. A partire da settembre 2020 sarà compiuta. Per garantire le coperture il FSN standard viene aumentato di € 185 milioni per il 2020 e di € 554 milioni annui a decorrere dal 2021.
- Programma di ristrutturazione edilizia e ammodernamento tecnologico. Verrà aumentato di € 2 miliardi il fondo per il programma pluriennale, anche se è doveroso specificare che queste risorse non saranno immediatamente disponibili: ad esempio, i € 4 miliardi messi sullo stesso piatto dalla precedente Legge di Bilancio saranno distribuiti alle Regioni durante un arco temporale che si estende sino al 2033.
- Apparecchiature sanitarie dei medici di medicina generale. € 235,8 milioni del fondo per la ristrutturazione edilizia e l’ammodernamento tecnologico saranno destinati ad apparecchiature sanitarie per erogare prestazioni di competenza dei medici di medicina generale. L’intento è quello di rilanciare le cure primarie nella gestione dei pazienti cronici, sperando allo stesso tempo di ridurre le liste di attesa.
- Fondo per la disabilità e la non autosufficienza. Prevede una dotazione di € 50 milioni per il 2020, € 200 milioni per il 2021 e € 300 milioni dal 2022. Queste risorse vanno ad integrare il Fondo nazionale per la non autosufficienza che oggi ammonta a circa € 570 milioni.
- Rinnovi contrattuali 2019-2021. L’art. 13 incrementa le risorse a carico dello Stato da destinare alla contrattazione collettiva nazionale per il triennio 2019-2021 con incrementi retributivi (1,3% nel 2019, 1,9% nel 2020, 3,5% dal 2021) per il personale della Pubblica Amministrazione. Invece, per il personale dipendente e convenzionato del SSN gli oneri rimangono carico dei bilanci delle relative amministrazioni ed enti. Non esistono risorse dedicate per i rinnovi contrattuali del personale sanitario e le Regioni dovranno reperirle dal FSN.

Le ombre della legge di bilancio
Se da un lato la manovra presenterebbe tanti aspetti positivi, dall’altra è impossibile non sottolineare come alcune importanti priorità per la salute del nostro Sistema Sanitario Nazionale siano state completamente dimenticate.
- Nuovi LEA. Continua a perdurare la mancata esigibilità dei nuovi LEA. È dalla pubblicazione del DPCM del gennaio 2017 che questa situazione rimane in stallo.
- Personale sanitario. A fronte del grave impoverimento del capitale umano della sanità pubblica, il testo della manovra non contiene alcun investimento dedicato né per i rinnovi contrattuali, né per lo sblocco del turnover secondo i parametri fissati dal Decreto Calabria, né prevede l’incremento del numero delle borse di specializzazione.
- Fondi per i farmaci innovativi. Nel testo della manovra non cè traccia del rinnovo dei due fondi destinati a farmaci innovativi ciascuno di € 500 milioni.
Un testo di legge che appare dunque zoppicante e incerto in diverse sue parti (oltre a considerare poco i caregiver). Occorrerà adesso aspettare i nuovi sviluppi.
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